Marzo è il terzo mese dell'anno secondo il calendario gregoriano, ed il primo della primavera nell'emisfero boreale, dell'autunno nell'emisfero australe, conta di 31 giorni e si colloca nella prima metà di un anno civile. Il nome deriva dal dio romano Marte, dio della guerra, poiché era proprio nel mese di marzo che in genere iniziavano le guerre. PROVERBI DI MARZO !!
A marzo chi non ha scarpe va scalzo, d'aprile chi ne ha sta bene.
A marzo chi non ha scarpe, semini scalzo.
A volte si crede di trovare il sole d'agosto e si trova la luna di marzo.
Chi ha messo marzo in primavera ha fatto male.
Come marzo s'avvicina, tutti gli umori si risentono.
Da marzo ad aprile c'è poco da dire.
Di marzo, chi non ha scarpe, vada scalzo. (proverbio toscano)
Di marzo, ogni matto vada scalzo.
Di marzo, ogni villan va scalzo.
L'acqua di marzo è peggio delle macchie nei vestiti.
La nebbia di marzo non fa male a nessuno.
La neve marzolina dura dalla sera alla mattina.
Marzo al vento, aprile nell'acqua.
Marzo arido, aprile umido.
Marzo asciutto la indovinano fino i ceppi.
Marzo cambia sette cappelli al giorno.
Marzo è un mese pazzo.
Marzo ha comprato la pelliccia a sua madre, ma tre giorni dopo l'ha venduta.
Marzo non ha un di come l'altro.
Marzo nuvoloso, estate piovosa.
Marzo pazzerello guarda il sole e prendi l'ombrello.
Marzo piovoso, anno straccioso.
Marzo tinge e Aprile dipinge.
Marzo, la serpe esce dal balzo.
Marzo, vuol far sempre le sue.
Nel marzo, un sole e un guazzo.
Per san Benedetto [21 marzo[1]], la rondine è sotto il tetto.
Quando marzo fa aprile, aprile fa marzo.
Quando marzo marzeggia, april campeggia.
Se marzo non marzeggia, april mal pensa.
Se tu vedrai sol chiaro, sia marzo come gennaio.
Sole di marzo o ti tingo o ti ammazzo.
Tanta nebbia di marzo, tanti temporali d'estate !!
POESIE DI MARZO

Oh marzo pazzerello,
dietro l’ombrello
rovesciato
vedo improvviso
il tuo viso
scaltrito,
a volte piangente
di lucida pioggia,
a volte ridente
di splendido sole.
Volubile come un bambino,
alterni scrosci di pianto,
attimi uggiosi,
scatti rabbiosi,
a sorrisi di cielo turchino.
Imbronciato,
metti trine di cristallo
fra le dita degli alberi stanchi
di riposo,
fai bianchi
di grandine chiassosa
il tetto, il balcone il selciato
e, sguaiato,
spettini la mimosa.
Metti viole nell’orto,
pratoline nel prato
e sciogli la brina sulle invetriate
malate, se ridi.
Ma se impazzi,
getti il tuo scompiglio folle
nella veste del cielo leggera,
fra le foglie del bosco,
fra i riccioli dei bambini
e sulle aiuole dei giardini
che aspettano la primavera. (Enrico Tomei)
Passa marzo Attenti, bambini,
la mano al cappello:
c’è marzo che passa,
che urla, che spazza,
che gioca monello
per strade e giardini…
Attenti, bambini!
E ride, quel matto!
E l’occhio vi strizza.
Si china su un fiore
con tenero amore…
poi, lesto, una bizza:
disfà quel che ha fatto.
E ride, quel matto!
E sempre combina
scherzetti e pasticci:
sparpaglia il bucato
disteso sul prato,
scompiglia i bei ricci,
le nubi trascina…
scherzetti combina.
Ma quando di sera
il cielo si ammanta
di un rosso di fuoco,
fermandosi un poco
vi guarda e vi canta:
“Or vien primavera”
Poi va, nella sera. (Adriano Caramellino)
Cielo di Marzo
Sereno a volte e limpido
come un immenso specchio
azzurro, anche il cielo
partecipa alla festa della natura.
Ma talvolta, all'improvviso,
il cielo si oscura e assume il
color cinerino dell'autunno:
la nuvolaglia nasconde il sole e
una pioggia fitta e insistente cade sulla terra.
Un broncio di breve durata.
Dopo la pioggia il sole torna a splendere
più luminoso e più caldo.
Mese di Marzo
E' tornato il mese che porta a tutti
il dono della bella primavera.

nasconde con un nuvolone nero.
Chiama il vento impetuoso
e fa scoppiare un temporale.
Poi il cielo torna sereno e
nell'azzurro appare un bell'arcobaleno.
Marzo è un mese pazzerello,
ma tutti lo amano e lo
raccolgono con gioia.
Gioia di marzo - R: Pezzani
Fresca gioia, l'erba nasce
così lustra e cosi breve
dove il sol ruppe la neve
e l'agnello se ne pasce.
Anche l'acqua ch'era ghiaccio
s'incammina dentro il fosso
con un po' di cielo in dosso,
mormorando: -Se ti piaccio,
vieni a bermi cosi pura
pria che tocchi la pianura.
L'alberello di cotogno
apre gli occhi e guarda il mondo
e nel rivo vispo e fondo
getta l'ultimo suo sogno;
poi, toccato dal Signore,
sui rametti più lontani,

posa un candido suo fiore
cosi allegro che la gente
dentro l'anima lo sente.
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