Curare i capelli dall’interno. Un’integrazione con micronutrienti essenziali è indicata per arrestare la caduta e ripristinare il corretto equilibrio delle fasi di crescita del capello. Le sostanze più utili sono il ferro (spesso la caduta dei capelli è provocata da un’anemia), lo zinco, il rame e gli aminoacidi solforati (cistina e cisteina).
Prestare attenzione alla dieta. Le proteine sono fondamentali per ridare forza ai capelli (e non solo). L’ideale è assumerne ogni giorno un grammo per ogni chilo di peso, consumando regolarmente carne, pesce, latte e vegetali verdi (soprattutto cavoli, broccoli e cavolfiori). Da ridurre, invece, il consumo di grassi per diminuire la produzione di sebo. Ne gioverà anche la linea…
Si definisce alopecia
(al posto del termine generico calvizie) il processo di diminuzione della qualità (colore, spessore) e della quantità di capelli o la loro scomparsa. Il termine deriva dal greco alópecs(= volpe). È un tipo di perdita di capelli a chiazze, come quella della volpe in primavera.
L'etiopatogenesi della malattia resta ancora oggi misteriosa. Gli studi e le ricerche avrebbero, comunque, individuato tre possibili fattori scatenanti:
- genetico, talvolta con trisomia del cromosoma 21;
- immunologico, che comporterebbe uno stato di diminuzione delle difese immunitarie oppure una compartecipazione di malattie a sfondo autoimmunitario (per esempio tiroidite);
- psicologico, causato da stress ed eventi traumatici Le alopecie possono essere classificate in cicatriziali, suddivise in ereditarie ed acquisite, e non cicatriziali suddivise a loro volta in ereditarie ed acquisite. Per quanto riguarda le forme non cicatriziali, sono state studiate più di 120 diverse specie di natura prevalentemente genetica. Possono manifestarsi sia in maniera isolata che con interessamento ad altri organi.
Fra le più comuni si ritrovano:
- l'alopecia androgenetica che riguarda solo i capelli delle zone frontali e superiori del capo. Si è a lungo definita alopecia seborroica perché frequentemente è accompagnata da un'elevata secrezione sebacea. Tuttavia gli studiosi hanno abbandonato questa definizione dopo aver dimostrato che il sebo non è la causa della calvizie androgenetica, ma solo un fenomeno associato, peraltro non sempre presente;
- il telogen effluvium, in tale manifestazione i capelli cadono copiosamente senza formare alcuna chiazza;
- l'alopecia areata, forma nel suo manifestarsi chiazze glabre;
- l'alopecia totale, scomparsa dei capelli in tutto il capo;
- l'alopecia universale, che riguarda i peli di tutto il corpo;
- l'alopecia psicogena;
- la tricotillomania, lo spezzarsi volontario dei capelli, comune nei bambini e negli adolescenti;
Per quanto riguarda l'alopecia androgenetica, generalmente non si presenta con un considerevole aumento del numero dei capelli che cadono e, anzi, molti soggetti diventano calvi perdendo pochissimi capelli al giorno. Il primo segno dell'avvento è l'assottigliamento progressivo dello stelo, inizialmente non apprezzabile ad occhio nudo, poi sempre più palese. La perdita avviene con maggiore incidenza negli uomini (80% dei maschi), ma anche nelle donne (35% in età fertile e 50% di quelle in menopausa). Nei maschi i primi segni si presentano nei cosiddetti golfi o anse frontali (impropriamente definite stempiature) per poi colpire anche la zona apicale della testa. In seguito il fenomeno si trasferisce anche nell'area centrale "collegando" fronte e nuca. Nelle donne è più frequente invece uno sfoltimento della zona centrale, mentre almeno inizialmente, la zona frontale è meno interessata.
Oltre alla perdita dei capelli, raramente si mostrano altri sintomi associati quali bruciore e prurito. Si mostra inizialmente alle tempie o in alternativa al vertice, da qui inizia progressivamente a diffondersi fino ad una quasi totale calvizie (o totale, dipende anche dalle varie forme). Nelle donne, invece, l'origine la si ritrova nelle regioni frontali, parietali e coronali ma è meno aggressiva della forma maschile, porta infatti più che altro ad un diradamento dei capelli.
La tricoptilos deriva dell'uso inappropriato di prodotti troppo aggressivi come shampoo alcalini, creme stiranti e permanenti, colorazioni aggressive e/o di scarsa qualità e decoloranti, uso esagerato di piastre stiranti/arriccianti, uso di spazzole con setole sintetiche, spazzolature troppo forti.La miglior cura è la prevenzione. In caso di tricoptilosi è opportuno far tagliare via le punte da un professionista ed usare dei prodotti specifici.
Il mineralogramma
o analisi tissutale del capello, è un test di laboratorio che usa come campione il capello e, tramite sofisticate tecniche analitiche, determina la concentrazione dei principali minerali presenti nel campione.
Questa analisi si compie prelevando 3 cm di capelli dal retro della nuca, nella zona della base del cranio, nella misura di circa 0,5 grammi. Il campione deve essere ottenuto in piccole quantità da zone differenti della regione occipitale, tagliando i capelli il più vicino possibile allo scalpo. La lunghezza non deve superare i 3 cm. I capelli vengono lavati con una soluzione neutra per eliminarne le sostanze esterne, e quindi sciolti in una soluzione acida al fine di poter essere analizzati da uno spettrofotometro ad assorbimento atomico capace di valutare la quantità di minerali contenuti nei capelli.
Il capello si forma nel derma da un cluster di matrice cellulare che forma il follicolo. Durante la fase di crescita, l'attività metabolica della matrice cellulare è molto alta, quindi il capello è esposto alla situazione metabolica ambientale. Questa include i fluidi extracellulari, il sangue e la linfa. Nel momento in cui il capello raggiunge la superficie cutanea la sua superficie esterna si indurisce conservando così i prodotti metabolici accumulatisi durante la sua formazione.
Tuttavia, studi scientifici hanno sollevato seri dubbi sull'efficacia del test nel misurare i livelli di esposizione a metalli pesanti in un campione di popolazione[1] (nel caso specifico, si trattava di uno studio tendente a misurare i livelli di esposizione al mercurio nell'eventuale correlazione statistica all'insorgenza dell'autismo
Rutilismo
Il rutilismo è la caratteristica delle persone che hanno peli e capelli rossi o castano ramato. Questa caratteristica è occasionale nelle popolazioni caucasiche e si crede relazionata con una pigmentazione più chiara e la presenza di lentiggini ed un'alta propensione al melanoma e ad altri problemi cutanei; tuttavia non sembra essere relazionata con una pigmentazione oculare (anche se alcuni la mettono in relazione con il colore verde) o un determinato sesso. Si sospettano anche gravi problemi con anestetici, ma sono in corso ancora degli studi. Il rutilismo sembra trasmettersi come carattere recessivo monomero davanti a qualunque altro colore di capelli, però questo modello non risulta soddisfacente in molte genealogie. Il numero di persone dai capelli rossi naturali, nel mondo, risulta in calo, probabilmente a causa del carattere recessivo del gene che li codifica.
Molti individui dicono di sentirsi più attratti da uomini e donne dai capelli rossi, ma esiste anche una superstizione, forse di origine romana, secondo cui esse portano sfortuna; si dice che in questo caso per non ricevere cattiva sorte bisogna toccare un bottone. Per questa superstizione nelle epoche passate molti rossi sono stati ripudiati o assassinati. [senza
Nell'antico Egitto si consideravano i rossi come discendenti di Seth e si attribuiva loro una maggiore ferocia. Nella cultura giudeo-cristiana, il rutilismo poteva avere a che fare con Caino e alcuni personaggi biblici erano immaginati coi capelli rossi, come Giuda Iscariota, Esaù e Maria Maddalena. Gli unici personaggi biblici di cui si hanno testimonianza scritta ad avere i capelli rossi sono Esaù (Genesi 25,25) e Re David (1 Samuele 16,12) Secondo alcune ipotesi non ufficiali, nelle leggende lo stesso Ulisse avrebbe posseduto tale colore di capelli. Prova ne sarebbe il fatto che il suo nome greco Odysséus (Ὀδυσσεύς) deriverebbe dal verbo *odýssomai (*ὀδύσσομαι, "essere adirato") in quanto si pensava in antichità che le persone dai capelli rossi fossero facilmente irascibili e quindi propense all'odio.
La comparsa di chiome rosse è stata associata in molte popolazioni ad antenati celti o fenici, però questo deve essere ancora dimostrato.
La maggiore percentuale dei rossi si trova in Irlanda e Regno Unito. In Argentina la gente dai capelli rossi comprese gran parte della popolazione a causa dell'ondata immigratoria dalla Gran Bretagna e dall'Irlanda nel corso del XIX secolo e inizi del XX.
In altre specie di mammiferi è possibile trovare anche individui con pelame rosso, come nei primati, nei gatti e nei cani.Si dovrebbe tenere in considerazione che la colorazione del capello può variare nel corso della vita ed è anche collegata all'esposizione al sole. Nel 1997 si scoprì la sua biochimica e pare che si associ al recettore di melanocortina e il colore rossastro sarebbe associato con componenti di ferro. Si crede inoltre che il gene recessivo associato al rutilismo avrebbe un'antichità fra 50.000 e 100.000 anni. Tutti i rossi presentano varianti nella regioni MC1R nel cromosoma 16.
Il capello rosso compare in singoli casi in tutte le popolazioni della terra (eccetto, per quanto noto, l'America precolombiana). Da alcuni antropologi è stato perciò interpretato come una mutazione individuale affine all'albinismo. Esso è però più diffuso in Europa, dove le percentuali possono raggiungere valori relativamente elevati (Italia 0,58%, Svizzera 0,5%–1,5%, Baviera 3%, Scozia 5,4%, Svezia 2,3%). Nell'insieme si nota una maggior frequenza nei paesi dell'Europa settentrionale: poiché il rutilismo sembra dominante rispetto al biondo e recessivo rispetto al bruno, si è inoltre pensato che la maggior frequenza del capello rosso nell'Europa in genere, e nelle regioni settentrionali in particolare, fosse da attribuire al fatto che in queste zone è relativamente diffuso il biondismo. Vi sono però dei fatti che contrastano con questa interpretazione: gli Scozzesi ad esempio sono decisamente più bruni degli Svedesi e presentano tuttavia un'alta frequenza di rutilismo (che nelle popolazioni delle zone montuose della Scozia raggiunge anche il 7–11%. Nel cantone svizzero di Sciaffusa, dove quasi il 70% della popolazione è biondo,[senza fonte] il rutilismo compare con frequenza dell'1%. In tutte le province dei Paesi Bassi è stata trovata un'ugual frequenza di capello rosso (2,5%), indipendentemente dal fatto che la maggioranza della popolazione locale fosse bionda o bruna.
Si è perciò tentati di considerare il rutilismo come un carattere residuale, ereditato da una popolazione in cui esso era presente nella totalità o quasi degli individui e conservatosi in alcune zone nelle quali l'ibridazione è stata più lenta: data la distribuzione attuale – e in particolare nel passato – del rutilismo, in letteratura è stato proposto che questa popolazione sia da far coincidere con i paleo-europoidi di tipo Cromagnonoide.
Inoltre, un elemento che ha portato ad associare il "gene dei capelli rossi" ad una provenienza dal nord è dato dal fatto che viene chiamato anche "gene normanno", appunto ad indicare quelle popolazioni del nord come i Vareghi (o Rus, da cui prese il nome la Russia) o Svedesi, i Norvegesi ed i Danesi, che tra circa l'840 e il 1017 d.C. invasero il Sacro Romano Impero e vi si insediarono introducendo la propria lingua tra i Franchi, tanto che uno o due secoli più tardi questa mescolazione diverrà lingua nobile, lingua normanna della regione Normandia.
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